Porto selvaggio è forse una delle aree più preziose del Salento e dell’intera Puglia: ricca di elementi naturalistici eccezionali, si caratterizza per la presenza di una folta flora e una vasta fauna.
La rara bellezza del luogo fa si che a partire dagli anni ’80 Porto Selvaggio sia stato eletto parco regionale per evitare che la mano dell’imprenditoria facesse divenire questo paradiso naturalistico un punto d’approdo per migliaia di turisti in cerca del comfort di un resort.
Nel 2007 il parco è stato inserito dal FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) tra i 100 luoghi da salvare. Della stessa area fa parte anche la Palude del Capitano, classificata come area naturale a partire dal 1997. Questa palude è il frutto di un lungo processo di erosione che ha realizzato lo sprofondamento di una caverna; quest’ultima, grazie all’azione dell’acqua sorgiva, si è colmata sino a diventare una palude. Si narra che il suo nome derivi dalla storia di un vecchio marinaio che, stanco della vita in mare, aveva deciso di approdare presso la palude.
Porto Selvaggio, che già nel nome evoca l’immagine della natura incontaminata e libera, si colloca in un ampio tratto della costa neretina che si estende dai resti di Torre dell’Uluzzo a Torre dell’Alto.
La prima torre, risalente al 1575, venne costruita dal maestro neretino Leonardo Spalletta su commissione di Alfonzo de Salazar: aveva, ovviamente, una funzione difensiva e, assieme alle altre torri che a tutt’oggi spiccano sul lungo tratto costiero, costituiva parte di una “muraglia difensiva” contro le invasioni provenienti dal mare. La torre, che attualmente si presenta come semidiroccata e abbandonata, venne costruita sulla sommità di uno sperone roccioso; presentava una forma a tronco piramidale dalle pareti a conci irregolari. A tutt’oggi rimangono parzialmente visibili il lato nord e il lato rivolto verso il mare, qualche piombatoia e le mensole d’appoggio per il coronamento.
La Torre dell’Alto
Torre dell’Alto, invece, risale alla metà del XVI secolo e venne costruita su commissione del vicerè spagnolo Don Pietro da Toledo. Questa costruzione, a differenza dell’altra, appare ancora ben conservata nella sua struttura a base piramidale a pianta quadrata, dotata di due piani e una cornice superiore adornata con beccatelli, merli e piombatoie.
Porto Selvaggio si presenta agli occhi del visitatore come un paradiso terrestre, una folta vegetazione lascia intuire che la zona è riservata ai soli amanti della natura, coloro i quali amano immergersi nel verde della fitta macchia mediterranea che con le sue essenze inebria i sensi donando un senso di pace e benessere. Al termine di una lunga passeggiata sotto la folta pineta finalmente si apre uno spiraglio di luce intensa che lascia intravedere la magnificenza della costa rocciosa che si tuffa a strapiombo nelle acque azzurrissime.
Luogo ideale per trascorrere una giornata in pieno relax bagnati dall’acqua cristallina e coccolati dal canto delle cicale, tipico motivetto estivo che evoca la pennichella nella penombra della pineta.
Che dire, sicuramente non è possibile pensare ad un tour nel magnifico Salento senza inserire Porto Selvaggio tra le tappe obbligatorie da vedere a Porto Cesareo!

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